Visualizzazione post con etichetta lavoro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lavoro. Mostra tutti i post

03/07/12

Un piccolo grande riminese

Oggi è morto Mario Bellucci, un amico nato nel 1917.

Un amico per tanti e da tanti amici stimato. 
Intelligente e semplice, parlava preferibilmente in dialetto romagnolo, la sua lingua natia. Un genio. Sapeva fare tutto, qualunque cosa gli si chiedesse. Ottimo carrozziere, aveva la sua officina nel Borgo San Giovanni. 
Cattolico, ha sempre detto pane al pane e vino al vino. 
Cordiale, ilare e fintamente burbero. Semplice come un bambino. 
Sposato con la Bertina aveva avuto due figli, Maurizio, architetto e Maria, geologa. 
Mario è stato uno dei grandi operai costruttori del Meeting, dirigeva la falegnameria insegnando il lavoro a tutti i ragazzi chiamati a dargli una mano. Ritiratosi in pensione non è mai stato con le mani in mano. Nel suo capanno di fianco alla casa aveva ricostituito un laboratorio per riparare qualsiasi cosa, dalle porte e le panche del vicino Convento dei frati di S. Spirito alle biciclette degli amici, costruendo e inventando dove non c'erano soluzioni. 
L'orticello ricavato nel cortile gli forniva verdura e relax. 
Mario è un personaggio della Rimini che i ragazzini d'oggi non conoscono più, la Rimini familiare, fatta di buon vicinato e di preghiere, la città rinata dopo la Guerra con l'operosità tipica di uomini venuti su nell'indigenza e nella certezza, confidando in Dio, nella famiglia e nel lavoro. 
Uomini onesti, sinceri, aperti. Riminesi tipici.
Sono onorato e grato per aver goduto della sua amicizia e del suo aiuto. 
Noi "figli del Dopoguerra" abbiamo imparato tanto da lui. 
Ciao, Mario. 
Adesso lassù avrai tanto da fare: non potevano più aspettare, perché di amici e di lavoratori hanno un gran bisogno anche in Paradiso.

04/12/11

Un piccolo grande imprenditore riccionese

Un caro amico, un professionista "serio", un romagnolo verace e soprattutto un amante della realtà.
Ecco perché ridendo aiuta a vivere.
Qui nella sua veste di piccolo grande imprenditore.

Assemblea Generale CDO 2011 - Testimonianza di Paolo Cevoli from CDO Nazionale on Vimeo.

04/08/10

Chi può fare compagnia a chi soffre se non chi vibra di passione per Cristo, se non chi ama la propria umanità?

Da: padre Aldo TRENTO Data: Tue, 3 Aug 2010 18:28:27 -0400 Oggetto: lettera 020810

Cari amici
Guardate le meraviglie del Signore. Ieri nella clinica abbiamo battezzato tre bambini miei (della Casetta di Betlemme) e tre di un giovane papá che sta morendo e desiderava vedere i suoi figli, cristiani prima di morire. È stato una festa. 
In particolare per la mia piccola Maria Vittoria Miracolo, incontrata abbandonata in una borsa di plastica in mezzo all'erba di una piazza. È bellisssima. Lei abbandonata della mamma, ma salvata della tenerezza di Dio, che si occupa di ognuno di noi. E noi ci occupiamo gli uni degli altri? Quanto bisogno di tenerezza ha ogni uomo, in particolare chi soffre. L'altro giorno mi è giunta notizia di una giovane donna che andava alle Scuola di Comunità, trovata impiccata dopo alcuni giorni e accanto a lei il cagnolino. 
Che dolore! 
Se non seguiamo Carron che giustamente ci "bastona" perchè possiamo capire cosa vuol dire lavoro personale fare esperienza questi fatti seguiranno accadendo perché, chi può fare compagnia a chi soffre se non chi vibra di passione per Cristo, se non chi ama la propria umanità? Carron ci dice che solo le pietre non si commuovono. 
Guardare questi miei bambini, rinati da una tenerezza di Cristo è volere solo Cristo, è volere un cuore grande per amare l'uomo. Che bella la SdC. che ci fa fare Carron, perchè con lui i discorsi sono finiti, cosi le prediche, le esortazioni, le frasi fatte. Per me una grazia unica altrimenti come farei di fronte ad un oceano da dolore.
Ciao.
P. Aldo

Statistica