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24/12/12

"In questa notte splendida di luce e di chiaror...

Vigilia di Natale. Vorrei tanto scrivere del Presepe Vivente realizzato e rappresentato dagli adulti e dai bambini delle Scuole della Fondazione Karis di Rimini e di Riccione, ai quali hanno partecipato tantissime persone, così come il Presepe Vivente dei bambini dell'asilo di Bellariva e Miramare e dei tanti piccoli Presepi Viventi in alcune Parrocchie. 
Ne scriverò, appena riordinate le idee e le sensazioni. 
Oggi, grazie ad un amico, ho avuto il testo in italiano del magnifico articolo pubblicato su Financial Times da Joseph Ratzinger (Benedetto XVI). Il famoso e autorevole giornale economico gli aveva chiesto di parlare del Natale e il Papa, da vero gentiluomo, non si è tirato indietro. Non ha avuto paura di parlare di Gesù sul giornale della City londinese, dove di solito si parla di soldi, investimenti, spread, business... 
Gesù, la Chiesa, il Papa e i cristiani sono dentro il mondo.

Ecco il testo, ottimo anche per una riflessione sull'attuale situazione politica  e sociale italiana, pubblicato su Avvenire qualche giorno fa.
Di seguito la bellissima canzone di Claudio Chieffo che il titolo richiama, come augurio per questo giorno di attesa.


«Rendi a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio» fu la risposta di Gesù quando gli fu chiesto ciò che pensava sul pagamento delle tasse. Quelli che lo interrogavano, ovviamente, volevano tendergli una trappola. Volevano costringerlo a prendere posizione nel dibattito politico infuocato sulla dominazione romana nella terra di Israele. E tuttavia c’era in gioco ancora di più: se Gesù era realmente il Messia atteso, allora sicuramente si sarebbe opposto ai dominatori romani. Pertanto la domanda era calcolata per smascherarlo o come una minaccia per il regime o come un impostore.

La risposta di Gesù porta abilmente la questione ad un livello superiore, mettendo con finezza in guardia nei confronti sia della politicizzazione della religione sia della deificazione del potere temporale, come pure dell’instancabile ricerca della ricchezza. I suoi ascoltatori dovevano capire che il Messia non era Cesare, e che Cesare non era Dio. Il regno che Gesù veniva ad instaurare era di una dimensione assolutamente superiore. Come rispose a Ponzio Pilato: "Il mio regno non è di questo mondo".
I racconti di Natale del Nuovo Testamento hanno lo scopo di esprimere un messaggio simile. Gesù nacque durante un "censimento del mondo intero", voluto da Cesare Augusto, l’imperatore famoso per aver portato la Pax Romana in tutte le terre sottoposte al dominio romano. Eppure questo bambino, nato in un oscuro e distante angolo dell’impero, stava per offrire al mondo una pace molto più grande, veramente universale nei suoi scopi e trascendente ogni limite di spazio e di tempo.
Gesù ci viene presentato come erede del re Davide, ma la liberazione che egli portò alla propria gente non riguardava il tenere a bada eserciti nemici; si trattava, invece, di vincere per sempre il peccato e la morte.
La nascita di Cristo ci sfida a ripensare le nostre priorità, i nostri valori, il nostro stesso modo di vivere. E mentre il Natale è senza dubbio un tempo di gioia grande, è anche un’occasione di profonda riflessione, anzi un esame di coscienza. Alla fine di un anno che ha significato privazioni economiche per molti, che cosa possiamo apprendere dall’umiltà, dalla povertà, dalla semplicità della scena del presepe?
Il Natale può essere il tempo nel quale impariamo a leggere il Vangelo, a conoscere Gesù non soltanto come il Bimbo della mangiatoia, ma come colui nel quale riconosciamo il Dio fatto Uomo.
E’ nel Vangelo che i cristiani trovano ispirazione per la vita quotidiana e per il loro coinvolgimento negli affari del mondo – sia che ciò avvenga nel Parlamento o nella Borsa. I cristiani non dovrebbero sfuggire il mondo; al contrario, dovrebbero impegnarsi in esso. Ma il loro coinvolgimento nella politica e nell’economia dovrebbe trascendere ogni forma di ideologia.

I cristiani combattono la povertà perché riconoscono la dignità suprema di ogni essere umano, creato a immagine di Dio e destinato alla vita eterna. I cristiani operano per una condivisione equa delle risorse della terra perché sono convinti che, quali amministratori della creazione di Dio, noi abbiamo il dovere di prendersi cura dei più deboli e dei più vulnerabili. I cristiani si oppongono all’avidità e allo sfruttamento nel convincimento che la generosità e un amore dimentico di sé, insegnati e vissuti da Gesù di Nazareth, sono la via che conduce alla pienezza della vita. La fede cristiana nel destino trascendente di ogni essere umano implica l’urgenza del compito di promuovere la pace e la giustizia per tutti.

Poiché tali fini vengono condivisi da molti, è possibile una grande e fruttuosa collaborazione fra i cristiani e gli altri. E tuttavia i cristiani danno a Cesare soltanto quello che è di Cesare, ma non ciò che appartiene a Dio. Talvolta lungo la storia i cristiani non hanno potuto accondiscendere alle richieste fatte da Cesare. Dal culto dell’imperatore dell’antica Roma ai regimi totalitari del secolo appena trascorso, Cesare ha cercato di prendere il posto di Dio. Quando i cristiani rifiutano di inchinarsi davanti ai falsi dèi proposti nei nostri tempi non è perché hanno una visione antiquata del mondo. Al contrario, ciò avviene perché sono liberi dai legami dell’ideologia e animati da una visione così nobile del destino umano, che non possono accettare compromessi con nulla che lo possa insidiare.
In Italia, molte scene di presepi sono adornate di rovine degli antichi edifici romani sullo sfondo. Ciò dimostra che la nascita del bambino Gesù segna la fine dell’antico ordine, il mondo pagano, nel quale le rivendicazioni di Cesare apparivano impossibili da sfidare. Adesso vi è un nuovo re, il quale non confida nella forza delle armi, ma nella potenza dell’amore. Egli porta speranza a tutti coloro che, come lui stesso, vivono ai margini della società. Porta speranza a quanti sono vulnerabili nelle mutevoli fortune di un mondo precario. Dalla mangiatoia, Cristo ci chiama a vivere da cittadini del suo regno celeste, un regno che ogni persona di buona volontà può aiutare a costruire qui sulla terra.


20/04/12

Doppi auguri al Papa

Nei giorni scorsi è stato il compleanno e l'anniversario di Pontificato del Papa Benedetto XVI.
Ecco le sue parole ed il link cui inviare i propri auguri e felicitazioni.

19/12/11

Dato che...

Dato che ho bisogno anch'io di certe parole e, in un certo qual senso, sono pure io prigioniero di un Governo che non è stato eletto, propongo la lettura delle parole che si sono scambiati il Papa e i detenuti del carcere di Rebibbia, in occasione della visita di pochi giorni fa. 
Il Papa è attualmente l'unico vero leader.



25/03/10

L'ultima forca

Chiarezza di giudizio e documenti utili alla comprensione sono offerti da questo interessantissimo blog. 
C'è chi getta fango sulla Chiesa con l'unico scopo di allontanare il popolo dalla fonte stessa della vita. 
Il Potere ha bisogno di schiavi ignoranti e pavidi. 
Il Papa Benedetto XVI è, come Cristo, la luce per tutti.

Leggi e medita su: 
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Da leggere anche: Il blog dell'uomo vivo

17/03/10

Cari amici

Durante l'omelia nella Chiesa Evangelica Luterana di Roma (eccola qui) , il Papa dice le seguenti parole:

"È bello che oggi, domenica Laetare, noi possiamo pregare insieme, intonare gli stessi inni, ascoltare la stessa parola di Dio, insieme spiegarla e cercare di capirla; che noi guardiamo all’unico Cristo che vediamo e al quale vogliamo appartenere, e che, in questo modo, già rendiamo testimonianza che Egli è l’Unico, colui che ci ha chiamati tutti e al quale, nel più profondo, noi tutti apparteniamo."

Mi è subito venuto in mente ciò che ci disse Don Giancarlo Ugolini, in occasione del nostro pellegrinaggio in Terra Santa a commento di ciò cui assistemmo nella Tomba di Maria vicino al Getsemani.

Tutti eravamo rimasti stupiti e scandalizzati che vi si celebrassero contemporaneamente due liturgie, una greco-ortodossa ed una armena, nelle quali entrambi i celebranti pregavano cantando ad alta voce ognuno nella propria lingua e nei propri riti. 
A noi tutti appariva come una gran confusione ed un segno di divisione.
Don Giancarlo serenamente commentò: "Entrambi guardano nella stessa direzione, guardano a Cristo". 
Ci si aprirono gli occhi e comprendemmo la profonda verità di ciò che stava avvenendo fra noi e ci fermammo tutti a pregare con loro.

"Credo che dovremmo mostrare al mondo soprattutto questo: non liti e conflitti di ogni sorta, ma gioia e gratitudine per il fatto che il Signore ci dona questo e perché esiste una reale unità, che può diventare sempre più profonda e che deve divenire sempre più una testimonianza della parola di Cristo, della via di Cristo in questo mondo". 

E' il nostro compito anche per noi italiani in questo momento di decisioni importanti per la nostra convivenza civile ed il governo del bene comune. L'unità sempre più profonda, testimonianza della via di Cristo in questo mondo.

14/03/10

Sempre più...

Non finisce di stupire il Papa Benedetto XVI nella sua capacità di generare chiarezza e stupore in chi lo guarda parlare, secondo la bella immagine di don Giussani riferita a Gesù stesso.
Sempre più maestro.
Leggo solamente ora, per il regalo di un amico incontrato su facebook, l'ultima catechesi, in ordine di tempo, del Mercoledì.
La figura di San Bonaventura fa da guida al significato della Chiesa e di chi la governa nella sua attualità e posto nella storia umana.
Una lezione che apre il cuore e la mente a desiderare di far parte di questa compagnia, che conduce ogni persona e tutta la comunità umana al suo destino di felicità e di compimento.
"E il meglio deve ancora venire" (Carròn)
(Clicca sulla foto)

05/02/10

L'alba dell'unità possibile

(clicca sulla foto)
Questa è una bella notizia!
Il desiderio di unità, fraternità, collaborazione e costruzione nella pace fra tutti gli uomini inizia dalla Chiesa per allargarsi al mondo intero.
L'amore per l'uomo concreto, la fedeltà a Gesù Cristo genera un popolo.
L'unità altrimenti impossibile torna ad essere possibile.

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