Durante l'omelia nella Chiesa Evangelica Luterana di Roma (eccola qui) , il Papa dice le seguenti parole:
"È bello che oggi, domenica Laetare, noi possiamo pregare insieme, intonare gli stessi inni, ascoltare la stessa parola di Dio, insieme spiegarla e cercare di capirla; che noi guardiamo all’unico Cristo che vediamo e al quale vogliamo appartenere, e che, in questo modo, già rendiamo testimonianza che Egli è l’Unico, colui che ci ha chiamati tutti e al quale, nel più profondo, noi tutti apparteniamo."
Mi è subito venuto in mente ciò che ci disse Don Giancarlo Ugolini, in occasione del nostro pellegrinaggio in Terra Santa a commento di ciò cui assistemmo nella Tomba di Maria vicino al Getsemani.
Tutti eravamo rimasti stupiti e scandalizzati che vi si celebrassero contemporaneamente due liturgie, una greco-ortodossa ed una armena, nelle quali entrambi i celebranti pregavano cantando ad alta voce ognuno nella propria lingua e nei propri riti.
A noi tutti appariva come una gran confusione ed un segno di divisione.
Don Giancarlo serenamente commentò: "Entrambi guardano nella stessa direzione, guardano a Cristo".
Ci si aprirono gli occhi e comprendemmo la profonda verità di ciò che stava avvenendo fra noi e ci fermammo tutti a pregare con loro.
"Credo che dovremmo mostrare al mondo soprattutto questo: non liti e conflitti di ogni sorta, ma gioia e gratitudine per il fatto che il Signore ci dona questo e perché esiste una reale unità, che può diventare sempre più profonda e che deve divenire sempre più una testimonianza della parola di Cristo, della via di Cristo in questo mondo".
E' il nostro compito anche per noi italiani in questo momento di decisioni importanti per la nostra convivenza civile ed il governo del bene comune. L'unità sempre più profonda, testimonianza della via di Cristo in questo mondo.
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