Una nuova "incredibile" lettera di Padre Aldo dal Paraguay.
"Tutto posso in Colui che mi dà forza."
"Tutto posso in Colui che mi dà forza."
Cari amici,
Data la mia crescente incapacitá a
muovermi ho affidato a Suor Sonia la responsabilitá ultima della clinica. Sará
accompagnata dal direttore medico e mio medico personale, la dottoressa Leda
Ruiz Diaz, madre di 6 figli abbandonata dal marito. Quindi dalla responsabile
delle pulizie e lavandería, una ragazza che viene dalla campagna, senza nessun
titolo di studio, sposatasi nella clinica perché guardava alla bellezza degli
ammalati che prima di morire hanno chiesto di sposarsi per morire in pace.
Viene poi Larissa, una mia giessina di 24 anni fa, mamma di 4 bambini, il cui
primo gliel’ho regalato io quando non riusciva ad avere figli con suo marito.
Si chiama Aldo Antonio e me l’aveva regalato una ragazza di 17 anni che l’aveva
partorito tre giorni prima. Ne aveva giá altri due e me l’ha donato perché non
morisse di fame. Larissa dopo questa sorpresa ha avuto altre tre bambine. É
ammalata di fibromialgia, ma la responsabilitá la sta aiutando. La regola che
le ho dato é: “A me basta che tu ci sia… e per questo mi permetto di pagarti e
bene perché devi vivere”. Larissa é la responsabile di infermeria
nell’ospedale. Infine la signora Inocencia che per lavorare con noi si é
pensionata proprio quando questo governo l’aveva scelta come Direttrice del
CONAVI, l’azienza che costruisce le case popolari per i poveri. Una carica
economicamente importante, ma lei ha scelto di servire i miei poveri. Uno si
domanderá: “Ma, Padre Aldo, sei matto nel formare il direttivo di una clínica
con queste persone?” Amici, sí sono matto, e credo che tutti lo pensino, ma se
Dio ha scelto me, un asino peccatore fuori di testa, per realizzare ció che esiste
qui, come potrei non seguire il suo esempio?
Il criterio in tutto per me lo dá San Paolo: “Dio ha scelto gli stupidi per
confondere i savi, e i deboli per resistere ai forti”. Mentre della parte
amministrativa (piú di un milione di euro all’anno) si occupa come
amministratore delegato della Provvidenza, l’amico Sergio Franco; non solo per
la clinica ma per tutte e due le Fondazioni. Venerdí é venuto a trovarci il
dottor Spalding, un uomo biondo alto due metri. É il nuovo direttore Paraguayo
della centrale idroelettrica di Itaipú. Era accompagnato dai suoi quattro
collaboratori principali. La idroelettrica é la piú grande miniera di dollari
del Sudamerica e appartiene per metá al Brasile e per metá al Paraguay. Dopo
aver visitato tutte le opere, commosso mi ha detto: “Padre Aldo, perché voi non
chiedete, o ci chiedete, sempre pochi soldi?” “Dottore, chiediamo solo ció che
la Provvidenza ci ordina. Non dobbiamo mai avere piú dello stretto necesario.”
E lui: “Questa volta peró voglio darvi di piú. Inviece degli 800.000.000
guaranies per finire la scuola professionale e per i ritocchi alla clinica, ve
ne dó 50.000.000 in piú perché possiate comprare il terreno (é una striscia)
che unisce la scuola elementare e media con la scuola professionale. E poi faremo
un convegno di due anni per aiutarvi, in particolare per formare tecnici per la
idroelettrica di Itaipú.” Amici, chi sono io? Un niente. E tu Signore chi sei?
Tutto.
Dio voglia che percepiamo la veritá di Gesú. Nel dolore fisico, nell’impotenza
fisica Dio fa tutto. Oggi mi ha telefonato la nipote del Presidente dicendomi:
“Mia mamma e suo fratello il Presidente ti vogliono un sacco di bene e devi
chiedergli tutto ció di cui hai bisogno”.
Gli avevo chiesto che permettesse all’attuale direttrice medica di spostarla da
un ospedale importante del ministero della Sanitá al nostro, conservandole lo
stipendio dello Stato (noi abbiamo un convegno con il Ministero per cui é
fattibile) e mi ha detto che se non é proprio imprescindibile la sposterá giá
in questi giorni. Sono aneddoti di ogni giorno che mi fanno piangere di
allegria, perché Gesú mi vuole cosí bene che ci pensa a tutto Lui. Chiaro, mi
tiene sulla croce, ma mi dá finalmente la grazia di dormire tanto di giorno
recuperando tutto il sonno perso in tantissimi anni. Il problema é che dormo di
giorno, mentre di notte veglio cosí posso stare davanti all’Eucarestia
finalmente esposta nella bellissima cappella tutta intarsiata in legno e
coperta con lamiere d’oro, come ai tempi delle reducciones o nelle chiese di
Lima, Quito, etc… La cappella é bellissima e Cristo nella notte del mondo, in
compagnia di questo suo prete ignorante, illumina il mondo. Che bella questa
intimitá con Gesú. Di giorno dormo e di notte veglio. Ed é giusto, perché chi
lavora di giorno deve dormire di notte. Mentre per me é il rovescio. Nella piú
completa inefficienza la massima efficienza.
Con affetto
Con affetto
P.Aldo
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