11/01/14

"Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede"

Una nuova "incredibile" lettera di Padre Aldo dal Paraguay.
"Tutto posso in Colui che mi dà forza."
 
Cari amici,
Data la mia crescente incapacitá a muovermi ho affidato a Suor Sonia la responsabilitá ultima della clinica. Sará accompagnata dal direttore medico e mio medico personale, la dottoressa Leda Ruiz Diaz, madre di 6 figli abbandonata dal marito. Quindi dalla responsabile delle pulizie e lavandería, una ragazza che viene dalla campagna, senza nessun titolo di studio, sposatasi nella clinica perché guardava alla bellezza degli ammalati che prima di morire hanno chiesto di sposarsi per morire in pace. Viene poi Larissa, una mia giessina di 24 anni fa, mamma di 4 bambini, il cui primo gliel’ho regalato io quando non riusciva ad avere figli con suo marito. Si chiama Aldo Antonio e me l’aveva regalato una ragazza di 17 anni che l’aveva partorito tre giorni prima. Ne aveva giá altri due e me l’ha donato perché non morisse di fame. Larissa dopo questa sorpresa ha avuto altre tre bambine. É ammalata di fibromialgia, ma la responsabilitá la sta aiutando. La regola che le ho dato é: “A me basta che tu ci sia… e per questo mi permetto di pagarti e bene perché devi vivere”. Larissa é la responsabile di infermeria nell’ospedale. Infine la signora Inocencia che per lavorare con noi si é pensionata proprio quando questo governo l’aveva scelta come Direttrice del CONAVI, l’azienza che costruisce le case popolari per i poveri. Una carica economicamente importante, ma lei ha scelto di servire i miei poveri. Uno si domanderá: “Ma, Padre Aldo, sei matto nel formare il direttivo di una clínica con queste persone?” Amici, sí sono matto, e credo che tutti lo pensino, ma se Dio ha scelto me, un asino peccatore fuori di testa, per realizzare ció che esiste qui, come potrei non seguire il suo esempio?
Il criterio in tutto per me lo dá San Paolo: “Dio ha scelto gli stupidi per confondere i savi, e i deboli per resistere ai forti”. Mentre della parte amministrativa (piú di un milione di euro all’anno) si occupa come amministratore delegato della Provvidenza, l’amico Sergio Franco; non solo per la clinica ma per tutte e due le Fondazioni. Venerdí é venuto a trovarci il dottor Spalding, un uomo biondo alto due metri. É il nuovo direttore Paraguayo della centrale idroelettrica di Itaipú. Era accompagnato dai suoi quattro collaboratori principali. La idroelettrica é la piú grande miniera di dollari del Sudamerica e appartiene per metá al Brasile e per metá al Paraguay. Dopo aver visitato tutte le opere, commosso mi ha detto: “Padre Aldo, perché voi non chiedete, o ci chiedete, sempre pochi soldi?” “Dottore, chiediamo solo ció che la Provvidenza ci ordina. Non dobbiamo mai avere piú dello stretto necesario.” E lui: “Questa volta peró voglio darvi di piú. Inviece degli 800.000.000 guaranies per finire la scuola professionale e per i ritocchi alla clinica, ve ne dó 50.000.000 in piú perché possiate comprare il terreno (é una striscia) che unisce la scuola elementare e media con la scuola professionale. E poi faremo un convegno di due anni per aiutarvi, in particolare per formare tecnici per la idroelettrica di Itaipú.” Amici, chi sono io? Un niente. E tu Signore chi sei? Tutto.
Dio voglia che percepiamo la veritá di Gesú. Nel dolore fisico, nell’impotenza fisica Dio fa tutto. Oggi mi ha telefonato la nipote del Presidente dicendomi: “Mia mamma e suo fratello il Presidente ti vogliono un sacco di bene e devi chiedergli tutto ció di cui hai bisogno”.
Gli avevo chiesto che permettesse all’attuale direttrice medica di spostarla da un ospedale importante del ministero della Sanitá al nostro, conservandole lo stipendio dello Stato (noi abbiamo un convegno con il Ministero per cui é fattibile) e mi ha detto che se non é proprio imprescindibile la sposterá giá in questi giorni. Sono aneddoti di ogni giorno che mi fanno piangere di allegria, perché Gesú mi vuole cosí bene che ci pensa a tutto Lui. Chiaro, mi tiene sulla croce, ma mi dá finalmente la grazia di dormire tanto di giorno recuperando tutto il sonno perso in tantissimi anni. Il problema é che dormo di giorno, mentre di notte veglio cosí posso stare davanti all’Eucarestia finalmente esposta nella bellissima cappella tutta intarsiata in legno e coperta con lamiere d’oro, come ai tempi delle reducciones o nelle chiese di Lima, Quito, etc… La cappella é bellissima e Cristo nella notte del mondo, in compagnia di questo suo prete ignorante, illumina il mondo. Che bella questa intimitá con Gesú. Di giorno dormo e di notte veglio. Ed é giusto, perché chi lavora di giorno deve dormire di notte. Mentre per me é il rovescio. Nella piú completa inefficienza la massima efficienza.

Con affetto
P.Aldo

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