29/07/07

Redde rationem


"Che farai, Pier da Morrone? Or sei giunto al paragone."
Mr. Prodi si avvia ad essere defenestrato dalla sinistra che gli presenta il conto.
Gli "utili idioti" hanno finito di servire.

Nell'indifferenza balneare della nostra bella Italia, mentre il "buon" Ministro degli Esteri ha un rapporto speciale con il potente Putin e banche e industrie sono sempre più preoccupate di servire i nuovi padroni, una notiziola piccola piccola e trascuratissima ci dice che è in elaborazione una legge sulla libertà religiosa nella nostra Penisola.

Nel totale silenzio di giuristi ed esperti costituzionali, il segretario della Conferenza Episcopale Italiana Mons. Bettori, ascoltato dalla Commissione parlamentare presieduta dall'ex-giudice On. Luciano Violante, fa notare che l'impianto della proposta di legge è quanto meno non rispettoso del dettato costituzionale ove non addirittura contrario e riduttivo rispetto alle garanzie di libertà affermate a chiare lettere dalla nostra Magna Charta.
Fa onore ai nostri Vescovi questa preoccupazione tutta laica; fa pensare seriamente l'incompetenza dei parlamentari proponenti, ove pure non vi sia in essi una deliberata volontà di tenere in nessun conto la Costituzione per compiacere un pensiero ideologicamente schierato.

Il "buon" Sindaco di Roma propone una riforma costituzionale per l'ammodernamento dello Stato. Le stesse parole che dettano riforme costituzionali in ogni Paese "civile" come la Cina, il Venezuela, la Russia ed in genere nazioni che hanno bisogno di garantire un regime liberticida a chi detiene il potere e non intende cederlo ad altri soggetti liberamente eletti dal popolo.

Impressionanti, anche per una persona inesperta di diritto come sono io, le incongruenze ed i sottili trucchi formali e sostanziali presenti nella proposta di legge suddetta, ancora in discussione alla opportuna Commissione parlamentare.
Il tutto mentre i cattolici democratici stanno per essere liquidati, nella persona del loro Premier e degli esponenti più illustri, da chi non ha mai inteso altro che servirsene per occupare tutti i punti nevralgici delle Istituzioni Repubblicane della nostra Italia, Presidenza della Repubblica compresa.

Accusa grave questa mia? Piuttosto grido di dolore e di aiuto di un cittadino, che non intende fare la stessa esperienza di suo padre, nato nel 1919 e vissuto da studente negli ultimi anni del Regno di Vittorio Emanuele III°, con un romagnolo di Predappio come Presidente del Consiglio.

Auguri, Mr. Prodi!
Complimenti per aver condotto l'Italia sull'orlo del baratro.

La Madonna ci salvi, Lei che sa davvero come stanno le cose.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma come mai cel'abbiamo tutti con mortazza?
grz della visita
ciao

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