Una preziosa testimonianza in presa diretta sulla situazione in Siria.
Le nostre piccole beghe italiane impallidiscono al confronto.
La Siria è appena di là dal mare a 3 ore circa di aereo civile; per un caccia-bombardiere è dietro l'angolo.
Carissimi ….,
a voi, agli amici, ai Lavoratori credenti: buon anno!
E come vorrei che anche in questa Terra fosse un anno di ritorno alla pace!
È sempre più frequente che gente anche sconosciuta, ci fermi per strada per parlare con noi (la mia superiora parla l’arabo), per dirci che sono contro la guerra, che vogliono e sperano che tutto torni come prima, senza divisioni, rivogliono pace e libertà!
E sempre più c’è in noi la convinzione che il popolo siriano sta subendo cose atroci per un disegno di potenze esterne alla Siria, e che gli oppositori pacifici a questo regime non riescono ad avere voce e peso, non sono presi in considerazione dall’Occidente, mentre il governo siriano con loro è pronto al dialogo.
Mercoledì 2 gennaio con la mia superiora ci siamo recate a Tartous, che è una grande città portuale, dovevamo recarci in Vescovado per dei documenti. Arrivate a questo vescovado Maronita, non riuscivamo ad entrare, i cancelli erano assiepati da una folla di bambini, uomini e donne, sia cristiani che musulmani. Siamo salite da padre Mikhail, il quale ci ha spiegato che vengono ad iscriversi nelle liste dei rifugiati per avere un minimo di aiuto.
Così padre Mikhail, che è diventato monsignore di recente ed è vicario del Vescovo, ha iniziato a raccontarci un po’ cosa sta accadendo a Tartous, città finora tranquilla, difesa dall’esercito e dai cittadini stessi.
Il vescovado riesce per ora ad assistere 500 famiglie di rifugiati con alimentari e soldi, e inoltre a inviare aiuti ad Aleppo alle suore Salesiane che assistono, come possono, chi è rimasto in quella città e non può scappare. A Tartous arriva gente fuggita da Aleppo, Damasco, Daraa, Idleb, Homs, in città è raddoppiata la popolazione, negli alberghi sono stati alloggiati donne e bambini profughi, ma molti sono per strada, non hanno un tetto!
Per Natale amici ci hanno mandato offerte, così abbiamo comperato qualche quintale di farina, riso, zucchero, scatolame, olio, condimento e altri generi alimentari per 40 famiglie povere del nostro villaggio e dei nostri vicini musulmani. Ci hanno segnalato in uno di questi villaggi, una vedova di guerra con tre bimbi piccoli, sola, anche il padre è morto.
Il villaggio fa una colletta settimanale per farle avere il minimo indispensabile, ora cercherò qualche famiglia italiana che adotti questa poveretta!
Ecco carissimi, vi ho descritto la situazione di questa parte di Siria, e vi chiedo se è possibile far pervenire degli aiuti al Vescovado, sarebbe molto bella una collaborazione con padre Mikhail per aiutarlo a sfamare qualcuno in più.
Carissimi, il mio coraggio sta tutto nel chiedervi di fare… quello che potete, ma vi assicuro che ad essere qui il cuore sanguina continuamente nel vedere queste persone che sono prima di tutto siriani e poi cristiani, musulmani, eccetera, e che invece i ribelli vogliono lacerare come accaduto in Iraq, Egitto, Libia, togliendo loro la libertà di credere in ciò in cui credono!
Per noi monache è consolante che quando ci fermano per strada o qualcuno viene al monastero, ci ringraziano di essere qui a pregare, e sempre dicono: «Pregate per la Siria»!
È questa la nostra forza, nella fede che Dio ascolti le preghiere di chi lo invoca per la pace!
Carissimi, vi ringrazio di cuore, vi abbraccio, e pregate anche voi per la Siria!
Suor Annunciata
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