01/03/10

A flagello terraemotus libera nos, Domine

A Rimini, nella chiesa di Santa Chiara, un'iscrizione posta in alto, sopra l'altare recita così.
Nel 1916 un terremoto sconvolse la nostra città, proprio durante la prima guerra mondiale. Rimini, come città di mare, fu esposta anche ai cannoneggiamenti della Marina Austriaca.
Quel terremoto portò alla riscoperta di magnifici affreschi nella chiesa di S. Agostino, fra i quali una Madonna in trono di affascinante bellezza.
Mi ha sempre impressionato quella invocazione scolpita nella pietra.
Il terremoto ci trova sempre indifesi e come abbandonati. 
Non si può nulla.
Una mia carissima collega mi descrisse la sua angoscia durante il terremoto in Lucania, dove vide morire una sua amica, mentre la terra le si spaccava davanti nella fuga.
Dal flagello del terremoto liberaci, Signore.
Poco tempo fa Haiti, ora il Cile. 
Ho amici in Cile, tutti salvi, ma che dolore!
Tutto è bene, ovvero, come ci diceva un nostro carissimo amico prete in questi giorni, Dio è capace di cambiare di segno al male. 
Il terremoto è sicuramente un "male", se perfino a Dio chiediamo di liberarcene. Ne siamo stati toccati anche noi poco tempo fa in Abruzzo.
E' rinata Rimini e tutto può rinascere, perché Gesù è presente e ci ama.
Dal flagello del terremoto liberaci, Signore. 
Non allontanarti da noi in questa ora. Con te possiamo tutto. 
Conforta i nostri fratelli cileni e sostieni noi con il tuo amore che non teme nulla. 
Apri il nostro cuore a Te presente, ora e sempre.

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