"Non è il dolore della mia malattia che mi affligge ma la sofferenza e l’abbandono dei miei fratelli che vivono nel mondo, per la strada, bambini, anziani, ammalati." Questa è l’ultima espressione di Marciana pronunciata alcuni giorni fa, quando già in fin di vita stava aspettando la morte.
Era già un scheletro, ma il suo cuore batteva forte, lei con il cuore innamorato del suo Gesù, già desiderava vederlo.
È morta il giorno della Madonna del Carmine alle 22. C’erano suo papà a fianco e le infermiere. Quando sono arrivati era appena spirata.
Sorella Sonia (la giovane suora di clausura che è l’anima della clinica ) stava suonando l’arpa, il papà singhiozzava e io, con il cuore spezzato, piangevo. Ma oggi non voglio parlare di quanto accaduto e di come abbiamo vissuto i due giorni in cui l’abbiamo vegliata (ne riparlerò), ma offrirvi la sua testimonianza lasciata per iscritto dietro ogni suo quadro dipinto.
Amici, capite che anche il cancro, il dolore sono una circostanza positiva, come ci dice Marciana. Anzi per Marciana è stata la circostanza più bella che Dio le ha dato. Sentite cosa mi ha scritto il 1 luglio 2009 sopra un pezzo di carta igienica l’ultima volta che era stata alcune ore nel suo povero ‘rancho’. L’ha scritto sulla carta igienica tanto era povera.
Dio mio, che fede! Che bello quanto Carròn ci ripete sulla bellezza delle circostanze, anche quella del cancro!
“Al mio carissimo Padre Aldo.
Il mio viaggio è prossimo alla fine e non voglio andarmene senza dirle che ho passato i giorni più belli della mia vita in questa clinica; ho incontrato i miei fratelli e sorelle ammalati come me ai quali ho voluto tanto bene. Mi duole sapere che ho ancora pochi giorni per stare con loro. La prego Padre per l'incarico che le do: abbia cura di loro, perché so che donerà il meglio di sé, che è tanto amore. Ed io da questo momento mi prenderò cura di lei.”
Marciana Elizabeth
1 luglio 2009
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