06/03/09

O Cristo o niente

Un piccolo silenzio quaresimale da oggi a Domenica per questo blog.
Ultime parole quelle di Padre Aldo.

Da: padre Aldo TRENTO 
Data: Wed, 4 Mar 2009 08:31:24 -0300
Oggetto: RV: hola chicos!

De: Liberata Anedda 
Enviado el: martes, 03 de marzo de 2009 20:57
Asunto: hola chicos!

vss.vpm. 
Cari amici, stamane alle 5 leggevo questo: "a questo mondo, ho tante persone che ti vogliono bene con sincerita' e disinteresse e anch'esse non sono se non l'involucro sensibile e simbolico di uno che ci porta terribilmente amore fino a perseguitarci con gelosia e passione"-Don Gius-.

Mi e' successo questo cosi' a febbraio con i genitori melzi che mi hanno riaccolto in casa loro e mi hanno accompagnato nella costruzione della casa e nell'attesa di questo viaggio in America latina. 

Viaggio malpensa-assuncion:tutto bene ma a san paolo alle 4 di mattina dovevo cercarmi il gate per assuncion, paura... ma Gesu' mi ha mandato due italiani marito e moglie che andavano ad assuncion come volontari dai salesiani ...e cosi abbiamo atteso insieme e preso il volo giusto. Ad assuncion il volo e' in ritardo di due ore ma la'mi aspettava un ragazzo paraguagiano e mi ha aspettato per due ore, mi porta alla mission, non vi dico il caldo, finalmente..., il cielo azzurro ,azzurrissimo. Arrivo in parrocchia San Rafael e subito incontro P.Aldo che mi ha accolto, baciato.... e mi ha presentato il direttore della clinica il S.SACRAMENTO ,cosi' e' nell'organigramma della clinica San Riccardo Pampuri, e tutti iclienti della clinica, che spettacolo. 

Subito dopo il giro -la processione con il S.SACRAMENTO,mi invitano a pranzo con i preti, Paolino-bolognese;i l siberiano; PAldo, tre ospiti italiani e due infermierine italiane giovanissime e graziose, una cilena universitaria che parte domani. La regola in casa loro e' l'accoglienza perche' la regina e' la provvidenza. Si mangia molto bene (e io che volevo dimagrire...), a pranzo saro' sempre invitata da loro. A seguire mi trasferisco insieme alle infermierine italiane in un appartamento bello e con aria condizionata. La casa e' della divina provvidenza e le uniche regole sono il silenzio e l'ordine, ho chiesto perche' e P Aldo mi dice perche' lui e' presente e la realta e' il Corpo di Cristo,(che bella sfida .. chi mi conosce sa a cosa mi riferisco). La capo sala nel pomeriggio mi vuole vedere ,si chiama Esperanza e si doveva chiamare Liberata cosi' mi ha detto lei...., mi descrive l'attivita' e la divisione della clinica,l e patologie dei pazienti .Ci sono 27 clienti , uomini,donne, bambini, ragazzi, un consultorio-poliambulatorio, una casa di riposo per anziani, una casa per bambini (figli di clienti della clinica che sono andati in paradiso o abbandonati). Stamane ho iniziato alle sette del mattino e la capa mi affida i bambini: Celeste, Cristina, Aldito trento sono bambini che non parlano due idrocefali e Celeste leucemica con lesioni neurologiche ma sta recuperando era in fin di vita ma Don Gius sta facendo il miracolo, non lo dico io lo dicono tutti i medici e PAldo. Celeste e' nata nel mio stesso giorno e mese e ha 11 anni, non parla ma capisce e mi chiede di scrivere ,copia le parole perche' deve recuperare l'uso della mano e della memoria, mi chiede di correggere le operazioni matematiche, le piace la matematica. Stamane il turno e' inziato con la processione e la comunione -eucarestia, Paldo legge il Vangelo e una piccola omelia e ci dice che pregare non e' una fuga dalla realta' ma chiedere a Gesu' di stare alla realta' che ci viene data, il vangelo di oggi ci insegna a pregare, il Padre Nostro. Allora io che non ho mai lavorato con i bambini e mi sento impacciata con loro mi sono consegnata totalmente a COLUI CHE MI FA. COLUI CHE MI FA e' stato il tema del pranzo di oggi con i PRETI . Mi ha colpito PAldo perche' diceva che il problema non e' pregare per tirarsi fuori dalla realta' o fare-fare-fare per dimenticare, ma chiedere “Fammi stare alla realtà”,e se hai cattivi pensieri-manie ,ripetiti IO SONO COLUI CHE MI FA. Claro c'e' bisogno di un testimone e noi tutti abbiamo questa Grande Grazia. Imiei cari Melzi appena sono arrivata mi hanno scritto (parole di Baroncini) l'incontro con Cristo porta un altro modo di guardare e' vero perche' io solitamente guardo la realta'-le persone come se mi dovessero fregare o come dei poveretti e quindi io sono la piu' figa o nel primo caso ho paura e vado via.... qui adesso vedo i frutti di uno che urla IO SONO COLUI CHE MI FA, ALLORA VOGLIO INIZIARE ANCHE IO A DIRE COSI' ANCHE QUANDO SONO TORMENTATA. 

mi mancate ,sarebbe bello avervi qui .spero si capisca quel che ho scritto. Miri per cortesia gira la mail al Papi ,Bigoni girami la mail per piacere alla Manu e a tutte le nostre colleghe ,non avevo tempo di scrivere sul sito dell'ieo,poi mi organizzo. SALUTI famiglia ,fraternita', amici e colleghi, pregate per me e io per voi.a presto 
Bora o j mi mancano la mail di :Lellone, Cabassi, Maria, Marzia, Anna e Carlo. 

vi voglio bene .Libera. 

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Da: padre Aldo TRENTO 

Oggetto: lettera b 04/03/09

Carissimi amici, 

molti mi chiedono: “come fai o hai fatto a recuperarti dalla depressione e come puoi affermare che la depressione è una grazia e non una malattia?”.

1.     la cosa è molto semplice e drammatica: ho preso sul serio “Il senso religioso” e in particolare le tre premesse. Lì c’è tutto. le ho imparate a memoria e le ho vissute anche nelle virgole. Non ho avuto bisogno né di psichiatri (eccetto uno per questione di pastiglie… ma quando mi ha detto: “mettiti nel lettino” me ne sono andato).

Il costante confronto con la Scuola di comunità è stata ed è l’unica terapia.

 

2.     obbedienza totale alla realtà, così come Giussani e Carron ce la spiegano: pane al pane e vino al vino. Bando ai sentimentalismi, emozioni… la realtà chiama e uno o ha l’umiltà di rispondere o va a in rovina. Se la depressione ti fa scappare dalla realtà, uno deve subito chiedere di essere preso dalla realtà.

 

3.     l’abbraccio di qualcuno a cui obbedire come un bambino. Ma qui se non c’è l’umiltà della ragione non accade assolutamente nulla. Per me questo era ed è chiaro, come è chiara la lotta perché l’orgoglio, che è il contrario della realtà, non vinca su di me.

 

4.     una grazia perché tutto ciò che mi permette di mendicare Cristo è una grazia. E, credo, visto la testa dura che abbiamo, non c’è niente come la malattia che può metterci in ginocchio. Certo c’è la bellezza. Ma tristemente per noi è solo un esteticismo per cui non ci muove, non ci piega. Allora benedetto sia il dolore.

 

In fondo il punto è uno solo: o Dio c’è o non c’è. Ma se c’è tutto ciò che ci rimanda a “io sono Tu che mi fai” è grazia. Il mio ospedale è per me il miracolo più grande che ho perché anche i tumori di 1 kg alla mascella dei miei ammalati diventano grazia, cioè incontro con Cristo. 


Amici, o siamo convinti di questo o è meglio l’anarchia.

O Cristo o niente.


Ciao
P.Aldo  

 

Da: padre Aldo TRENTO 

Data: Wed, 4 Mar 2009 16:19:38 –0300



Cari amici,

Molti ci chiedono di venire in Paraguay per conoscere e vivere ciò che qui accadde. Siamo commossi per tanta grazia e vorremmo che tutti la partecipassero. Però desideriamo umilmente chiarire alcune cose:

1.     Cristo é venuto e ha fatto il cristianesimo. Don Giussani lo stesso, Carron lo sta facendo e noi qui, pure. Allora qualunque luogo é condizione é stupendamente positiva.

2.     La questione é solo una: la familiarità con Cristo.

3.     Questa esige un lavoro: scuola di comunità é essenziale come l'aria.  

4.     Seguire i segni inconfondibili del Misterio presenti e indicatici quotidianamente.  

5.     Il venire qui é per l'abbondanza della passione per Cristo che ti fa usare le vacanze o il tempo libero in modo differente. E per imparare assieme uno sguardo differente di fronte al dolore e alla morte.

6.     Per questo c'é una regola che é la vita che noi facciamo come proposta per tutti.  

7.     Abbiamo una preferenza per quelle persone che come me hanno problemi di depressione... come continuità di quell'abbraccio del Gius... e di lingua spagnola

8.     Per questo motivo chiediamo a tutti pazienza perché noi sacerdoti vogliamo valutare caso per caso, tenendo presente non solo la professionalita, l'etá ma anche l'accoglienza delle regole dell'istituzione.

 

Spero ci comprendiate, ma é perché il venire qui non sia una fuga della realta e cogliere sempre di più quanto Carron dice.

 
Con grande affetto, i sacerdoti

 
P. Aldo, P. Paolo, P. Daf


VICTOR……
Soy OFTALMOLOGO , voluntario de la Policlinica de la Parroquia San Rafael,

Con 23 años de ejercicio en la profesion.

Me piden que examine a Victor, niño con Hidrocefalia,  tenia problemas en los ojos, por falta de cierre (ocurre  que por su gran hidrocefalia le resultaba imposible cerrar los ojos , le faltaba “piel” por el gran tamaño de su cabezita) .

Al examinar, tenia un ojo con ULCERA CORNEAL PERFORADA POR EXPOSICION. Ese ojito ya perdido y tenia que sacar TODO el resto para evitar ser foco de infeccion.

Temeroso , impactado por lo que tenia en frente , programé la cirugia:

TOILETTE QUIRURGICO, para la mañana siguiente .

Esa Noche sin poder dormir y no saber COMO hacer por su estado  casi "vegetativo", ROGANDO y pidiendo a DIOS que me Ayude , pues no podia dar mas dolor al sufriente Victor, ya que el mismo no puede ser anestesiado.
A la mañana siguiente, voy con la enfermera YA preparado , todo mi equipo para la operación, cuando le pido que le saque el PARCHE del ojo, sin explicación, todo el OJO o resto del ojo sale por la Gaza….el mismo Victor ya habia hecho el “trabajo”por mí, y yo que hasta ese momento SUFRI tanto
como él, emocionado, pense no callar, su milagro .

Desde aquel dia lo visito, no como a un paciente , sino como A UN DIVINO ÑIÑO.


Cari amici: Questo scritto é soprattutto rivolto ai medici - ma la posizione espressa é per tutti - perché imparino (impariamo) come stare davanti a un paziente e vedere i miracoli.  

Qui é l'oftalmologo che racconta l'accaduto con il mio piccolo Cristo crucifisso che segue vivo: Victor, di cui con commozione mi permetto inviarvi la foto di oggi, sperando che lo guardiate come il nostro oftalmologo lo guarda. É un crucifisso che entra nella tua casa e ti fa capire meglio il capitolo sulla speranza di scuola di comunitá,

Caramente P. Aldo

  
Se qualcuno mi traduce il testo in italiano lo ringrazio. Certi termini medici mi risultano difficili tradurli

  
Cari amici


Oggi una sorpresa per Victor. É venuta la giovane mamma ammalata e con trastorno (disturbo) psichico a visitarlo da 6 mesi abbandonata in un ospedale aveva promesso alla Madonna che se le dava la grazia di camminare avrebbe cercato dovunque il suo bambino. Noi la pensavamo morta. Descrivere l'incontro madre e figlio me é impossibile. Guardate la foto. É ripartita per la selva a 250 km. da qui e, credo, é poverissima, non lo rivedrá più.

Uno strazio l'addio. Oh buon Gesú, quanto dolore! Una sola gioia: do la mia vita a Gesu per questi Gesú  crucifissi.

  
Mi affido alle vostre preghiere.

 P. Aldo

Da: padre Aldo TRENTO 

Data: Thu, 5 Mar 2009 08:57:01 –0300

VICTOR……

Sono Oftalmologo, volontario della Casa di cura della Parrocchia San Rafael, con 23 anni di esercizio nella professione.

Mi chiedono di visitare Victor, un bambino con Idrocefalia, [che] aveva problemi agli occhi, per l'impossibilità di chiuderli (succede che per la sua gran idrocefalia gli risultava impossibile chiudere gli occhi, gli mancava "pelle" per il gran volume della sua testolina).

Esaminando, aveva un occhio con Ulcera Corneale Perforata Per Esposizione [lesione della cornea con perforazione, a causa di insufficiente protezione dell'occhio da parte delle palpebre]. 

Quell'occhio [era] già perso e dovevo asportare tutto il resto per evitare che diventasse focolaio di infezione. Impaurito, colpito per quello che aveva di fronte, programmai l'intervento chirurgico:   toilette ["pulizia"] chirurgica, per la mattina seguente.

 Quella notte [fu] senza potere dormire e senza sapere come fare per il suo stato quasi "vegetativo", pregando e chiedendo a Dio che mi aiutasse, affinché potessi non dare dolore al sofferente Victor, che non può essere anestetizzato.  Alla mattina seguente, vado con l'infermiera già preparato – tutta la mia squadra per l'operazione –; quando le chiedo che tolga la benda dall'occhio, senza spiegazione, tutto l'occhio o quello che restava dell'occhio esce con la garza… lo stesso Victor aveva fatto già il "lavoro" per me, ed io che avevo sofferto tanto quanto lui fino a quel momento, emozionato, pensai di non tacere il suo miracolo.
Da quello giorno lo visito, non come un paziente, bensì come un Bambino divino.

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