05/02/09

Munster 1941 - Udine 2009

Senza parole. E qualcuno anche oggi continua a dire che la Chiesa è contro la civiltà e l'umanità! Sembra che 68 anni siano passati invano! 

Miei cari diocesani!

[...]

È vero che nell’etica cattolica ci sono certi comandamenti positivi che cessano di essere obbligatori se la loro osservanza comportasse grandi difficoltà; ma ci sono sacri obblighi della coscienza dalla quale nessuno può scioglierci, che dobbiamo portare avanti anche se questo ci costasse la vita. Mai, sotto nessuna circostanza un uomo può, tranne che in guerra e nella legittima autodifesa, uccidere una persona innocente. [...]

Per alcuni mesi abbiamo sentito resoconti secondo i quali i ricoverati di stabilimenti per la cura dei malati mentali, che sono malati da molto tempo e forse appaiono incurabili, sono stati rimossi forzatamente da questi stabilimenti su ordini di Berlino. Regolarmente i parenti ricevono poco dopo l’avviso che il paziente è morto, che il corpo del paziente è stato cremato e che possono raccogliere le ceneri. C’è un diffuso sospetto, che è quasi certezza, che queste numerose morti inattese non avvengano naturalmente ma vengano causate intenzionalmente, in accordo con la dottrina per cui è legittimo distruggere una cosiddetta “vita indegna”, in altre parole uccidere uomini e donne innocenti, se si pensa che le loro vite non siano più di valore per il popolo e per lo stato. Una terribile dottrina che cerca di giustificare l’omicidio di persone innocenti, che legittimizza l’uccisione violenta di persone disabili che non sono più in grado di lavorare, gli storpi, i malati incurabili, gli anziani e gli infermi! [...]

Dobbiamo pertanto aspettarci che i poveri e indifesi pazienti verranno, prima o poi, uccisi. Perché? Non perché abbiano commesso alcun reato che giustifichi la loro morte; non perché, ad esempio, abbiano attaccato un infermiere o un guardiano, che sarebbe legittimato all’autodifesa per affrontare la violenza con la violenza. In tal caso l’uso della violenza con esiti mortali è permesso e può essere richiesto, come nel caso dell’uccisione di un nemico armato.

No: questi sfortunati pazienti dovranno morire perché nel giudizio di qualche ufficio, per decisione di qualche commissione, sono diventati “indegni di vivere”, perché sono stati giudicati “membri improduttivi della comunità nazionale”. Il giudizio è che non possono più produrre alcun bene: sono come una macchina vecchia che non funziona più, come un cavallo vecchio che è paralizzato senza speranza, come una mucca che non dà più latte. Che cosa dobbiamo fare di una macchina di questo genere? La mandiamo in demolizione. Che cosa dobbiamo fare di un cavallo paralizzato? No, non voglio spingere il paragone all’estremo, tanto è spaventosa la sua appropriatezza ed il suo potere illuminante.

Qui non stiamo parlando di una macchina, di un cavallo, né di una mucca […] No, stiamo parlando di uomini e donne, nostri compatrioti, nostri fratelli e sorelle. Povere persone improduttive, se volete, ma ciò significa forse che abbiano perduto il diritto di vivere? Hai tu, ho io, il diritto di vivere solo finché siamo produttivi, finché siamo riconosciuti produttivi dagli altri?

Se viene stabilito ed applicato il principio per cui gli uomini sono legittimati ad uccidere i propri compagni improduttivi, allora poveri noi quando saremo vecchi e infermi!

Se anche per un’unica volta accettiamo il principio del diritto a uccidere i nostri fratelli “improduttivi” – benché limitato in partenza solo ai poveri e indifesi malati di mente – allora in linea di principio l’omicidio diventa ammissibile per tutti gli esseri umani “improduttivi” . [...]

È impossibile immaginare quali abissi di depravazione morale e di generale diffidenza perfino nell’ambito familiare toccheremmo, se tale orribile dottrina fosse tollerata, accettata, messa in pratica. […]

Guai all’umanità, guai al popolo tedesco se il comandamento divino “Non uccidere”, che il Signore ha proclamato sul Sinai tra lampi e tuoni, che Dio nostro Creatore ha scritto nella coscienza dell’uomo dal principio, se questo comandamento non è solamente violato ma la violazione è tollerata e rimane impunita! […]

Nella preghiera e con sincera penitenza dobbiamo implorare che il perdono e la pietà di Dio scendano su di noi, sulla nostra città, sul nostro paese e sul nostro amato popolo tedesco.

Ma con quelli che continuano a provocare il giudizio di Dio, che bestemmiano la nostra fede, che disprezzano i comandamenti di Dio, che fanno causa comune con chi allontana i nostri giovani dalla Cristianità, che rubano e mettono al bando i nostri religiosi, che causano la morte di uomini e donne innocenti, nostri fratelli e sorelle: con loro dobbiamo evitare ogni relazione confidenziale, terremo noi e le nostre famiglie al di fuori della loro influenza, per non diventare infetti con i loro modi senza Dio di pensare e agire, per non diventare complici della loro colpa e così soggetti al giudizio che Dio deve infliggere ed infliggerà a coloro che, come l’ingrata città di Gerusalemme, non fanno ciò che Dio vuole.

(August von Galen, Vescovo di  Munster, Germania Terzo Reich – 3 Agosto 1941)

Nessun commento:

Statistica