28/02/09

L'ultimo giorno...di Febbraio

Termina un mese ed è come se terminasse una vita. Oggi un giorno è e domani un altro sarà. I giorni sono fragili come gli uomini. Deboli, impotenti, fondamentali, belli.

Oggi, l'ultimo giorno del mese più corto che ci sia, ripropongo l'articolo di Marina Corradi su Tempi a naturale commento del Comunicato Stampa di CL .
Li riporto entrambi qui sotto.

Buon 28 Febbraio 2009!
Buona giornata!

Il nostro enorme bisogno del bello

È quasi scandalosa la risposta di don Giussani a quella missionaria che si sentiva impotente di fronte a tutta la sofferenza dei suoi bambini: non dimenticarti di ciò che ci meraviglia e commuove, è memoria di Dio

di Marina Corradi

Ho conosciuto una donna che fa la missionaria con i bambini di una terra sperduta dell’Est. Mi ha raccontato di figli abbandonati e madri sole, in un paese che ha perso quasi ogni memoria cristiana. La ascoltavo e cercavo di immaginare le sue giornate in quel posto lontano, dove l’inverno dura sei mesi e gli uomini vengono educati semplicemente a sopravvivere. A un certo punto mi è venuto istintivo domandare: ma di fronte a tanta solitudine e dolore non ti senti mai impotente, mai travolta, visto che ciò che puoi fare è comunque una goccia nel mare? (Glielo ho chiesto nel ricordo di un viaggio, anni fa, in Moldavia, quando il numero e lo stato di abbandono dei bambini di strada mi erano parsi una tale mole di sofferenza da portare inevitabilmente alla disperazione) . Lei ha afferrato subito il senso della mia domanda, che in questi anni laggiù deve essersi ripresentata davanti tante volte, ora impellente, ora freddamente quieta. «Sì, accade di vedere la tua impotenza. Accade di entrare in un orfanotrofio dove cento bambini ti si accalcano attorno e ti domandano qualcosa; e allora capisci che ciò che puoi dare, comunque, non basterà mai».

Succede anche a te allora, ho detto, più attenta, come avessi incontrato una compagna di strada. E dimmi, che risposta ti sei data? Lei ha detto che non aveva saputo darsi risposta, e che dunque scrisse a don Luigi Giussani. Lui rispose. Una lettera non troppo lunga, e dei soldi, una discreta somma. Cara A., diceva, ti mando questo denaro perché tu ti compri qualcosa che sia per te molto bello. Ricordati: perché tu possa continuare a dare agli uomini che incontri, è essenziale che tu non perda il gusto del bello.

Una risposta che stupisce, soprattutto se viene da un prete. La risposta ovvia sarebbe stata una beneficenza per i poveri, e l’esortazione a mettere da parte il pensiero della propria impotenza, seme possibile di disperazione. E invece no: Giussani alla missionaria in una terra desolata diceva di badare, prima di tutto, a «non perdere il gusto del bello».

Abituata a un cristianesimo moralista e pauperista, questa risposta mi è sembrata dapprima quasi scandalosa. Poi ho capito. Ricordati, quando hai davanti abbandono e solitudine, ciò che è profondamente bello. (Le Dolomiti in un’alba d’estate, lo sguardo limpido di un bambino, i colori di un quadro di Giotto, ma anche la gatta che cova fiera i suoi gattini). Conserva il gusto del bello. Non dimenticarti mai di ciò che ci meraviglia e commuove. Perché la bellezza è orma di Dio, segno lasciato dalla sua mano. Di ciò che è bello abbiamo bisogno quasi più che del pane. Ogni bellezza è memoria di Lui, lasciata scritta, come smarrita su questa terra – lasciata lì perché noi vediamo. È il fiore che sboccia in alta montagna, fra le crepe delle rocce, dove non lo vedrà nessuno se non forse un gitante, come per caso, un mattino. E dirà fra sé: a cosa serve un fiore qui? Tanta bellezza, per chi? Per te che passi, per te che l’hai visto e ti sei fermato. È un’orma. È la Bellezza che lascia traccia di sé, perché affascinati la seguiamo.

Comunicato stampa

CL: sul “fine vita” siamo col cardinale Bagnasco

In relazione al dibattito intorno a una legge sul fine vita, Comunione e Liberazione condivide le ragioni più volte espresse dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e rese ancora più attuali dopo la morte di Eluana Englaro: «Il vero diritto di ogni persona umana, che è necessario riaffermare e garantire, è il diritto alla vita che infatti è indisponibile. Quando la Chiesa segnala che ogni essere umano ha un valore in se stesso, anche se appare fragile agli occhi dell’altro, o che sono sempre sbagliate le decisioni contro la vita, comunque questa si presenti, vengono in realtà enunciati principi che sono di massima garanzia per qualunque individuo» (Prolusione al Consiglio permanente della Cei, 26 gennaio 2009).

Lo stesso Benedetto XVI, nell’Angelus del 1° febbraio 2009, ha ricordato che «la vera risposta non può essere dare la morte, per quanto “dolce”, ma testimoniare l’amore che aiuta ad affrontare il dolore e l’agonia in modo umano».

Per questo, di fronte alle polemiche suscitate da ambienti laici e anche da cattolici, restano per noi valide le preoccupazioni del cardinale Bagnasco e della Cei sulla necessità di «una legge sul fine vita, resasi necessaria a seguito di alcune decisioni della giurisprudenza. Con questa tecnica si sta cercando di far passare nella mentalità comune una pretesa nuova necessità, il diritto di morire, e si vorrebbe dare ad esso addirittura la copertura dell’art. 32 della Costituzione».

Chi si impegna in politica secondo ragione può trarre da queste preoccupazioni della Chiesa uno sguardo più vero alla vita degli uomini, nel difficile compito di servire il bene comune.

L’ufficio stampa di CL

Milano, 26 febbraio 2009.


Nessun commento:

Statistica