09/03/10

Lasciateci votare

DIFENDIAMO LA DEMOCRAZIA
LASCIATECI VOTARE
SE C'E' UN GIUDICE A... BERLINO...

1 - Sabato 27 febbraio: la Corte d'Appello di Milano riceve documentazione della lista "Per la Lombardia" di R. Formigoni, accertando che tutte le firme sono regolari e corredate di certificati.

2 - Domenica 28: alle ore 12.00 terminati gli accertamenti, la Corte d'Appello ammette la lista, successivamente concede ai radicali l'accesso agli atti, senza avvisare i rappresentanti della lista "Per la Lombardia". Come mai la Corte ha lasciato per 12 ore i documenti nelle mani dei radicali, senza alcun controllo, a rischio di manipolazioni?

3 - Lunedì 1 marzo: la stessa Corte accetta il ricorso dei radicali contro la lista "Per la Lombardia". Ma la legge ammette ricorsi soltanto da parte di chi è escluso in favore della propria riammissione, e non prevede affatto esposti contro altre liste.

4 - Martedì 2: il PdL presenta un ricorso in propria difesa, documentando come ai sensi delle precedenti sentenze del Consiglio di Stato, le firme consegnate sono perfettamente valide.

5 - Mercoledì 3: la Corte respinge il ricorso del PdL, decidendo di non prendere in considerazione le precedenti sentenze del Consiglio di Stato. Perché? Inoltre, cassa altre 307 firme (riconoscendone valide 3.628 su 3.935 presentate) senza spiegare il motivo smentendo ciò che essa stessa aveva convalidato domenica 28 febbraio. Come mai?
NB. - Incredibilmente, già la sera prima, in una trasmissione televisiva, il radicale Marco Cappato aveva affermato che il computo delle firme non dovesse partire dalle 3.935 presentate ma da un numero inferiore di 307 unità. Come faceva il signor Cappato a sapere tutto ciò in anticipo?

6 - Giovedì 4: i rappresentanti della lista "Per la Lombardia", dopo aver scoperto che sono spariti 51 certificati allegati alle proprie firme, avviano il controllo delle altre liste, iniziando da quella di Filippo Penati, alla presenza - essi sì, correttamente - di esponenti della lista Penati stessa. Dai nostri controlli si evince che con gli stessi criteri adottati per escludere la lista Formigoni anche Penati non avrebbe avuto un numero sufficiente di firme. Perché allora la lista di Formigoni è stata bocciata e quella di Penati promossa?

UN PROBLEMA DI DEMOCRAZIA SOSTANZIALE

 Le «formalità irrilevanti» (come differenza di timbri, mancanza di luoghi o date), verificate per di più fuori tempo massimo, non possono prevalere su quelle essenziali.
 Le regole devono garantire il principio della sovranità popolare.

Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale, osserva che «i rilievi sono deboli, toccano formalità non essenziali, che potrebbero essere regolarizzate. Anche nell’interpretazione della legge il buon senso è un grande criterio» (repubblica. it). E a ilsussidiario. net spiega: «Se devo presentare mille firme ma arrivo con 999, sbaglio, ma irregolarità su timbri e certificazione dei luoghi in cui l’autenticazione è avvenuta non dovrebbe portare ad escludere la lista, al massimo ad una sua regolarizzazione».
Massimo Cacciari, sindaco di Venezia del PD, a CNRmedia sostiene: «Un risultato elettorale che si configurasse nell’assenza di candidati fondamentali sarebbe un risultato politicamente inattendibile».
Mario Adinolfi, esponente PD, dichiara: «a me dei giudici che impediscono a Roberto Formigoni di candidarsi in Lombardia e al Pdl di candidarsi a Roma, fanno venire in mente un golpe» (marioadinolfi. ilcannocchiale. it).


I LOMBARDI HANNO DIRITTO DI VOTARE CHI VOGLIONO 
LASCIATECI VOTARE FORMIGONI
Comitato Formigoni Presidente

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