Perché tanta paura?
Ho visto un povero passerotto, stamattina, sui gradini della chiesa, riverso con le ali appena aperte e la testolina girata su un lato. Morto stecchito. Che sia l’aviaria?
Pochi giorni fa, raccogliendo le foglie secche con Liliana, ci è apparsa, frammezzo, una tortora senza capo e col petto aperto. Si vedevano i polmoni ancora rossi ed il cuore non c’era più, come strappato a forza e di netto. Le ali strette e silenziosa.
Vivo in una casa dove, si diceva, “si vede”. Per i nostri contadini, siamo alla prima periferia di Rimini, era un modo per dire che vi succedevano fenomeni strani, paranormali. Potrebbe essere il segno di strani riti o di presenze malefiche. Siamo vicini ad Halloween…
Leggo i giornali, sfoglio pagine su Internet, sento parlare e discutere, ascolto la radio e episodicamente guardo la televisione. Tutti, perfino mia sorella Rosaria, hanno paura della nuova influenza, la famosa suina messicana, in politically correct A/H1N1.
La stessa storia dell’aviaria? La stessa paura indotta e infondata?
Perché tanta paura?
Per la morte che subita viene e ci rapisce?
Per i bambini e le donne indifese di fronte a tanta malvagia invasione delle nostre certezze presunte?
Per i vecchi che dovrebbero andarsene prima di tutti ed invece resistono ad essa meglio dei giovani?
Le statistiche si sprecano, i conti ci assillano: otto morti qua, due morti là, tutta la terra invasa.
Pandemia! Peste! Terrore! Non è vero! Non affollate gli Ospedali! Tutto un trucco delle Case Farmaceutiche! Al vaccino al vaccino! Condannate, o Giudici, gli untori!
Un po’ come successe a Renzo, a Fra’ Cristoforo, al perfido Don Rodrigo, alla madre di Cecilia.
“Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo...”
Perché tanta paura?
“Tempo è questo in cui le donne e gli infanti ne san più dei saggi e dei vecchi! Io ho avuto scandalo come un Giudeo perché la faccia della Chiesa s’è oscurata ed essa procede barcollando nell’abbandono universale. E ho voluto abbracciare il Sepolcro vuoto e mettere la mano nella buca della Croce. Ma la mia piccola Violaine è stata più saggia. Forse che il fine della vita è vivere? Forse che i figli di Dio resteranno con piedi fermi su questa miserabile terra? Non vivere, ma morire, e non digrossar la croce ma salirvi e dare in letizia ciò che abbiamo. (…) Viva Dio se dove passa questa piccola non passa anche il padre. Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data? E perché tormentarsi quando è così semplice obbedire? Così Violaine, tutta pronta, segue la mano che prende la sua.”
(Paul Claudel, L’annuncio a Maria)
Avere una vocazione è rispondervi vuol dire, in fondo, esser presi per mano e condotti al “fine della vita” imparando un’umile e beatificante fiducia.
(Antonio Sicari, Chiamati per nome)
Coraggio. Non è la fine del mondo!
Gesù c'è, è tra noi.
Nessun commento:
Posta un commento