Ripropongo un articolo scritto da Natalia Ginzburg nel lontano 1988 e pubblicato su L'Unità del 22 Marzo di quell'anno.
Non ho potuto rintracciare l'originale dall'Archivio di questo giornale e lo prendo nel suo contenuto integrale da un blogger galatrorc4, che ringrazio insieme all'amico blogger, che mi ha gentilmente segnalato, in altro luogo, il documento.
Ogni documento deve essere pubblicato integralmente, condivisibile o no che sia in tutto o in qualche sua parte.
E' un semplice dovere di rispetto e di verità.
Il testo è bello e rivela un animo sincero.
L'ideologia è ciò che violenta la ragione e la fede.
Se l'esperienza è messa al centro della questione, il cuore si apre e la ragione si illumina: la verità appare in tutto il suo splendore di cosa buona, umana.
Se una persona, chiunque di noi, si lascia colpire dalla realtà e la affronta con semplicità, con tutti i fattori implicati in essa, riconosce con stupore quello che ci attira e ci fa stare bene.
Se l'"idea" prende il sopravvento, oscurità, pregiudizio, male e violenza sono l'esito "innaturale" della vicenda, il "frutto proibito" mangiato e indigesto, disumano e distruttore.
Nel seguente articolo tutto questo è evidente.
Natalia Ginzburg aveva un cuore grande, ha un cuore grande.
Non è arrivata in vita al cuore della questione; ora lo vede faccia a faccia con i suoi occhi senza dubbio.
(Cliccare sulla foto o sul titolo del post)
W. Congdon, Crocifisso
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