01/09/09

"Tre uomini in barca (senza contare il cane)" ovvero Feltri, Boffo e Berlusconi (senza dimenticare i moralisti duri e puri)


Un carissimo amico, che vive nell'altro mondo e nell'altro emisfero, commenta così le nostre ultime vicende italiane.
"E' il mondo che ha abbandonato la Chiesa o la Chiesa che ha abbandonato il mondo?" (T.S.Eliot)

Proprio la settimana scorsa leggevo a lezione il rescritto di Traiano, che rispondeva a Plinio circa il comportamento da tenere con i cristiani, e quello di Adriano a Minucio Fondano, sullo stesso argomento. Quello che ha colpito di più i miei studenti è stato l´insistenza di questi testi sul fatto che le denuncie anonime non dovevano essere prese in considerazione e che i calunniatori avrebero dovuto essere puniti. Il ricorrere a questi mezzi era considerato un pericoloso scivolare fuori dalla stessa civiltà.

Altra cosa che mi viene in mente è il concetto di "santità" e i suoi correlati peccato/perdono. Per la chiesa orientale in genere (penso soprattutto l´anima russa) non c´è più grande manifestazione della potenza di Dio di un grandissimo peccatore che si pente. Tempo fa, non so se ricordate, ci fu il caso di un vescovo austriaco che in gioventù era stato nazista - non ricordo bene adesso se nelle SS o roba del genere. Finita la guerra si era pentito ed si era fatto sacerdote. Una vita tranquilla, fino a diventare vescovo. Qui qualcuno("senza mai figli, senza più voglie") fu a rinvangare il passato del vescovo e scoprì "la macchia". Tuoni, fulmini e si spalanchi la terra: il vescovo dovette essere rimosso. Perché? Perché fu crocifisso in nome di un´altro concetto di santità che è quello della perfezione morale assoluta ubique semper etc. Questa idea della moralità specchiata e totale non è cattolica di certo: vi immaginare Sant´Agostino come sarebbe arrostito ben bene? Che scoop la ricerca della ragazza da lui messa incinta e poi abbandonata? Dei suoi torbidi trascorsi in lupanari di mezza Africa, tra Tagaste e etc? Intervista alle professioniste di Tagaste per farsi raccontare i particolari piccanti? E vogliamo tacere del suo passato manicheo, del cui puzzo pare non si sia liberato mai (come dice un professore attendibile, tal Giuliano di Eclano, discepolo, lui sì, di un uomo rigoroso e tutto d´un pezzo, vero modello per i nostri tempi, un monaco bretone di nome Pelagio)? La sua nomina a retore a Milano fu manovrata dal noto esponente della classe senatoriale pagana, tal Simmaco, all´interno di un contenzioso non molto chiaro con il vescovo di Milano Ambrogio. Insomma, Agostino vescovo? Ma siamo matti?? Per non parlare di Ignazio di Loyola, processato più volte in gioventù per disordini, risse (in una pare ci scappò o quasi il morto), sempre in gioventù una relazione irregolare con tanto di figlia (misteriosamente scomparsi i documenti a proposito).. . Tra l´altro anche dopo la sua conversione ebbe a che fare molte volte con l´Inquisizione, insomma...

Ebbene, tale posizione sulla santità mi chiedo se non venga di un "framework" in cui tu debba scoprire se sei predestinato oppure no. Per questo l´unica prova che puoi avere è quella della "impeccabilità " totale e assoluta. Ma questo non è cattolico né ortodosso...è una altra parrocchia. Mi chiedo se non sia sottilmente penetrato nella nostra mentalità. Il film Ostrov è un consiglio scontato. Quindi, la catholica sa perdonare settanta volte sette, sa essere misericordiosa, perché tale è il suo capo.

Detto tutto questo, non nascondo che deve esserci anche un altro criterio, che è quello della prudenza. Un proverbio brasiliano dice "quem tem telhado de vidro, não jogue pedra contro o vizinho": chi ha il tetto di vetro, non si metta a tirare pietre al vicino. Che è forse è una traduzione popolare della trave etc. E non dimentichiamo che siamo dentro a uno dei peggiori attacchi che la Chiesa abbia mai dovuto affrontrare: e il più pericoloso di tutti, a mio avviso, perchè la Chiesa oggi si trova divisa al suo interno e l´Avversario ha gioco molto più facile. Mi pare che questa vicenda faccia parte del piano più vasto.

La bellezza del cristianesimo - e la sua verità - che sempre mi commuove sta in questa capacità, assolutamente sovrumana, di saper perdonare, di sapersi sempre bisognoso del peccato e della misericordia di Dio. Tra le tante parole nella lingua siriaca per indicare i monaci ce n´è una che sempre mi colpisce: "quelli che piangono". Ma che pianto è? Non è il lype, che è un pianto di tristezza, che chiude il cuore nel ricordo del male fatto, in una cappa di disperazione. È il penthos, un pianto che, sul ricordo continuo dei propri peccati - come ammonimento alla propria fragilità - vede steso il manto della misericordia, e le lacrime del penthos sono proprio questa dolce mistura di dolore per aver ferito l´Amore, ma anche di gioia e di gratitudine per l´esperienza dell´infinita dolcezza del perdono sperimentato. Insisto sulla visione del film Ostrov.

Stamani ho celebrato una messa votiva alla Divina Misericordia, e mi sono ricordato che l´Eucaristia altro non è che confessare la fedeltà e la misericordia di Dio sui nostri peccati.

Buon resto di giornata a tutti voi, col fuso orario qui la mia sta appena iniziando!

Um abraço

Massimo

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