03/01/09

Solo Dio è misericordioso

Ecco due messaggi di Padre Aldo inoltratimi dalla carissima amica Vilma:

SOLO DIO È MISERICORDIOSO

31 dicembre, ore 12; 40 gradi di calore. Siamo in 6 al cimitero dell’Est di questa capitale: la segretaria, l’autista dell’ambulanza, Lorenzo il figlio di Roberto Fontolan, una donna con un uomo che lei dice essere suo marito, ed io. Abbiamo accompagnato l’anziano Salesiano italiano, morto come un santo il 30 dicembre alle ore 14 .
Questa volta sono scoppiato in lacrime. Non solo perché è il 50esimo figlio del Padre che seppellisco nel nostro cimitero, mentre gli altri 450 sono in qualche tomba dove i parenti hanno dato loro sepoltura, ma molto di più perchè sono davanti a un uomo nato in Piemonte, orfano da piccolo, educato dai Salesiani e infine salesiano lui stesso per molti decenni. Missionario in Paraguay dal 1957 e poi, per misteriose circostanze che appartengono alla libertá di Dio e dell’uomo, lascia la congregazione. Da 20 giorni Dio l’aveva condotto qui. 
La congregazione lo aveva abbandonato...chissà perché lui l’ha abbandonata? È una domanda che mi fa male. E mi fa ancor più male perché un solo salesiano lo ha visitato qui in ospedale, e un solo salesiano lo ha visitato da morto. 
E poi nelle 24 ore in cui il corpo sacro di quest’uomo è rimasto con me...nessuno...eccetto quella donna, una donna che solo Dio sa chi è e chi era per lui. La guardavo quella donna, ancora una volta solo una donna al suo fianco...forse quella per cui ha lasciato tutto...chissà. Ma che importa, l’importante è che ancora una volta il regno della bellezza, dell’amore umano era lì. Era lì con me, lì mentre con i becchini lo mettevo nella tomba. La peccatrice e questo peccatore ancora una volta a dare l’ultimo bacio a quel peccatore santo. Piangevo come un bambino perchè sentivo palpitante che solo Dio perdona, solo Dio non guarda agli aggettivi o sostantivi “buono”, “cattivo”, “religioso”, “consacrato”, o al club o alla congregazione o al carisma al quale appartieni.
Sì, solo Dio è misericordioso! Per Lui esiste solo l’uomo, esiste il figlio. Non il figlio “buono” o “cattivo”, esiste il figlio e basta. Come in un bagliore mi viene alla mente quando lasciai la mia congregazione 20 anni fa...ma a me era stato concesso un privilegio: due braccia mi avevano accolto e abbracciato, quell’uomo che come mi ha scritto per Natale la sorella Livia “dal cielo ti sta sorridendo”. Fra me e questo salesiano c’è questa grande differenza. Io, peccatore peggio di lui...abbracciato da Giussani. E lui chissá...da altre braccia diverse, che solo Dio conosce.

Tristemente queste braccia lo hanno portato a vivere come un mendicante in uno dei mercati piú brutti e folcloristici del mondo, il mercato 4 di Asuncion. Un mercato dove si vive nella sporcizia. È lì che lo ha incontrato l’assistente sociale, avvisato da quella donna, oggi con me al cimitero. L’ha incontrato a due metri da terra in un soppalco di un deposito con una lamiera a 40 centimetri dal capo. Fuori 48 gradi di caldo. Immaginate sotto quella lamiera! Lì faceva tutto, era un cumulo di sporcizia. Arrivato alla clinica dirá alla bella infermiera che lo laverà con cura: “Signorina non serve, perché tanto morire puliti o sporchi non cambia niente e poi non sarebbe sufficiente per lavarmi tutta l’acqua di Asuncion!”. 

Dopo quella doccia la sua anima tornò bella. Ricevette tutti i sacramenti, rinnovò quei voti di povertà, castità e obbedienza...diventati finalmente non più obblighi morali ma espressione della libertà ritrovata, cioè della Verginità ridonatagli dal Mistero. Ha rivissuto la bellezza del suo battesimo ed è morto dicendo “Grazie o Padre del cielo perché non ho perso la fede”. Ecco la vera questione amici. Come non piangere ascoltando simili parole. Avrei voluto vegliarlo tutta la notte...ma la mia stanchezza me l’ha impedito e così l’ho lasciato solo in compagnia del parroco! Il Santissimo Sacramento!
Ma ho fatto fatica a dormire, e ho dormito male.
Come Gesù, nessun salesiano, nessuno a vegliare con lui?
Che dolore quando un carisma diventa uno strumento per l’uso. Che dolore quando un carisma diventa un partito, diventa un gruppo! Che terribile quando sei amico per il “club” a cui appartieni...sì perché anche un carisma può diventare un club...e non parte di un’amicizia che ti rimanda in ogni momento a quanto ci ripete Carròn: “Io sono Tu che mi fai”.

L’obbedienza è un’amicizia. Che conforto...adesso so con certezza che anche per me la morte mi incontrerà come quest’uomo fra le braccia di una compagnia...non importa se fatta da 5 o 6 persone piú i becchini. Ma è sempre un’amicizia...il segno visibile che solo Dio perdona, che solo Dio è misericordioso. 
Sono tornato dal cimitero con il cuore fisso sulla misericordia di Dio che mi guarda e mi ama così come sono, come un uomo. Che spettacolo! L’ultimo giorno dell’anno essere testimone che solo Dio è misericordia, è perdono.

Tutti mi potranno giudicare, condannare, abbandonare, ma DIO NO IN ASSOLUTO.
Vivo solo per questa certezza.
Buon Anno
Padre Aldo

Da: Padre Aldo Trento padretrento@rieder.net.py
Data: Fri, 2 Jan 2009 14:23:27 -0300
Oggetto: Per un cristiano anche il cancro puó diventare una Grazia

Cari amici,
“guardare quei punti in cui è evidente il segno inconfondibile del Mistero” ci ripete Carron.
Vi mando questa breve testimonianza di una giovane mamma che condivide con noi la catechesi. Questi sono i miracoli che abbiamo bisogno di vedere e toccare.

Padre Aldo

“Signore, il mare è tanto grande e la mia barca è piccolissima, ma se Tu la solleverai io non avrò paura.”
Quando Padre Alberto 18 anni fa, visitando casa per casa, mi invitò a far parte della catechesi della parrocchia, non potevo immaginare che questa proposta sarebbe diventata una delle cose più belle della mia vita, perché per me la catechesi non è mai stata un servizio, ma una “grande necessità” che riusciva a riempire i vuoti della mia anima. 
I miei figli scherzano sempre dicendo che io mi presento così: sono Fatima, ho sei figli e sono catechista. È che sono sempre stata orgogliosa di esserlo. Non so cosa sarebbe stato della mia vita senza la catechesi. Per questo da quando 15 giorni fa mi hanno diagnosticato un cancro allo stomaco, non ho potuto smettere di pensare a tutti questi anni condivisi con i sacerdoti e i catechisti, la cui compagnia mi ha insegnato a pensare in maniera differente davanti ai momenti difficili. 
Credo che quando Dio permette che affrontiamo delle prove, proprio in mezzo a queste possiamo trovare la pace. 
Dobbiamo consegnarci alle sue mani perché “il vaso si perfezioni nelle mani del vasaio”. Nel mio caso personale, lo prendo come un momento di “potatura”, come quella che si fa sulla pianta della vite, perché possa dare frutti migliori e più abbondanti. 
Mi sento amata e benedetta da Dio, poiché in queste circostanze riconosciamo con maggiore profondità la nostra umanità e questo ci rende più umili e più disposti a riconoscere la Sua grandezza. 
Non conosco quello che Dio ha preparato per me, però accetto la Sua Volontà come in quella canzone che cantavamo durante il catechismo e che ha sempre avuto un significato speciale per me:
“Più in là delle mie paure, più in là delle mie insicurezze,
voglio darti la mia risposta,
sono qui per fare la Tua Volontà,
perché il mio amore sia dire
di sì fino alla fine”.
Grazie Padre Aldo per avermi accompagnato durante tutto questo tempo, per avermi insegnato tante cose e per avermi preparato a un momento come questo.
Fatima

1 commento:

Anonimo ha detto...

io mi chiamo butera antonio e.sono malato fino a qua.stamattina sono andato a fare delle visite di routine in quel di san remo(la famosa)gli orari sono mattutini i prezzi proibitivi e la cosa peggiore e sentirsi trattati come vitime di un olocausto senza indicazioni tutto deve funzionare secondo programma senza comprendere la necessita delle persone -purroppo sei malato e non hai altra sceltain pieno amore con dio mio padre mi domando;sei misericordioso con tutti o solo con la mia anima.so gia la mia risposta ma non la vostra.spero di non suicidarmi.wgesu.

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