Eccola (abbiate la pazienza di leggerla), poi farò una domandina da allievo ignorante:
IL DOCUMENTO
La lettera di Prodi sulla crescita
ROMA - Questo il testo integrale della lettera indirizzata dal presidente del Consiglio Romano Prodi al direttore dell'ANSA Giampiero Gramaglia, nella quale il premier nega che il Pil della Spagna abbia superato quello dell'Italia.
"Caro Direttore, qualche mese fa il Presidente Zapatero ha annunciato che l'economia spagnola aveva imboccato la corsia di sorpasso e che, entro breve, avrebbe superato la nostra economia. La sfida l'abbiamo raccolta come una gara utile e importante tra due grandi paesi europei. Una sfida tra due economie che tendono sempre più ad integrarsi grazie all'intensificarsi del commercio e degli investimenti. Basti pensare all'ingresso di Enel in Spagna e di Telefonica in Italia".
"E' vero che negli ultimi anni l'economia spagnola cresce più rapidamente tra tutti i grandi paesi dell'euro. La crescita della Spagna ha fatto bene all'Europa e all'Italia e di questo risultato ci compiaciamo da veri amici augurando alla Spagna di continuare a crescere come ha fatto in questi anni. Ne continueremo a beneficiare tutti!".
"Vediamo però di rappresentare correttamente la realtà: nonostante la straordinaria performance dell'economia spagnola, l'economia italiana è ancora ben più grande di circa il 50% di quella iberica. E questo è scontato. Ma anche in termini pro capite il nostro Pil è superiore a quello spagnolo di circa il 13%". "Ma allora questo sorpasso di cui si è parlato nello scorso dicembre è avvenuto o no? Anche se questo annuncio ha alimentato un corposo e per molti aspetti utile dibattito, il sorpasso non è avvenuto. Si è infatti sostenuto che la Spagna abbia superato l'Italia in termine di Pil pro capite calcolato a parità di potere d'acquisto, cioè tenendo conto del livello generale dei prezzi che prevale in ciascuna delle economie. Questo tipo di analisi è, a conoscenza di tutti, del tutto aleatorio, dato che non esiste una metodologia standard con cui si calcola il reale potere d'acquisto nelle diverse economie".
"Se usiamo ad esempio la metodologia che impiega l'Fmi nelle sue analisi comparate (e credo che questa sia quella da usare), le conclusione che hanno fatto gridare gli amici spagnoli 'missione compiuta' sarebbero ribaltate. Secondo il Fondo, l'Italia continua ad avere un vantaggio di circa 3000 euro in termini di Pil pro capite espresso a parità di potere d'acquisto. Non parliamo poi del reddito in valori assoluti, il cui confronto è il più certo: Eurostat ci dice che il risultato del 2006 è di 25100 euro in Italia e 22300 in Spagna. Il che fa ancora una bella differenza. La stessa differenza è nelle statistiche dell'Fmi, in cui il dato del Pil pro capite italiano è di 31791 dollari e quello spagnolo di 27767. Ancora una volta una differenza non piccola".
"La gara sarà dunque ancora lunga, e, soprattutto, molto impegnativa. Non solo per i problemi particolarmente sentiti in Spagna della crisi immobiliare e del troppo elevato tasso di inflazione, ma soprattutto perché l'Italia ha ripreso a far girare il motore dopo troppi anni di fermo ai box, durante i quali abbiamo accresciuto il nostro deficit e il nostro debito pubblico".
"Certo gli spagnoli continuano ad avere il vantaggio non trascurabile di un deficit pubblico per cui non debbono spendere come l'Italia tra i 70 e gli 80 miliardi di euro all'anno per gli interessi . Ma noi abbiamo finalmente cominciato a ridurre i debiti e, ciò che più conta, la macchina Italia dopo un cambio gomme ed un rifornimento di fiducia sta uscendo dai box e sta girando ad una velocità che, sebbene ancora inferiore a quella spagnola, non raggiungeva più da anni. La sfida, dunque, continua. Sarà bella ed affascinante. E' certo che si svolgerà in un contesto di accresciuta cooperazione internazionale e che non farà altro che rinsaldare gli antichi e solidi legami di amicizia tra i nostri popoli. Tanti auguri, quindi, alla Spagna perché il suo entusiasmo aiuterà anche a noi.
Cordialmente, Romano Prodi".
(1 gennaio 2008)
(1 gennaio 2008)
La mia domanda birichina è:
Quanto è il debito pubblico pro capite di un italiano e quello di uno spagnolo?
Facendo la differenza fra PIL pro capite e Debito Pubblico pro capite (compresi gli interessi), chi arriva primo al traguardo?
In poche parole, qual'è l'economia che corre e quella che "corricchia"?
Ma, ammetto, conosco solo la matematica del liceo classico.
I trucchetti contabili ed i giochini statistici mi sono del tutto sconosciuti.
E poi, posso sempre dare la colpa alla mia insegnante di matematica, che per anni è rimasta ferma dietro la cattedra e adesso si è rimessa a correre...peccato che sia morta più di 20 anni fa e non si possa difendere.
(La Prof.ssa Barbara Sandon era la miglior insegnante di Rimini e non c'era verso di ingannarla in alcun modo...)
4 commenti:
le cose sono cambiate.l'economia della spagna si sta sciogliendo come neve al sole e attualmente la disoccupazione ha toccato il 20%!!record negativo europeo.il debito pubblico spagolo(quello privato e enorme)era basso ma sta aumentando e se non ci saranno cambiamenti nei prossimi 2 anni sara simile al nostro.
Tutto merito, senza dubbio, della dissennata politica ideologica zapateriana.
E' caratteristica tipica dell'ideologia, qualsiasi forma assuma, non tener conto della realtà e del popolo. A questo punto tutto risulta "virtuale".
"Ma - come ama dire un illustre spagnolo - la realtà è testarda" e tutti i nodi vengono al pettine.
Grazie per il commento, anche se un po' in ritardo. Nel frattempo il "buon" Prodi si è sistemato come analista politico della Televisione di Stato Cinese. Con i suoi consigli e le sue analisi avremo risolto il problema dell'invasione economica cinese...!!! ;)
grazie di questo interessante articolo.
In realta' ho visto gli spagnoli sbandierare ai quattro venti questo sorpasso.
Non solamente.
Sono passati dal sentirsi piu' ricchi al sentirsi anche "razzialmente superiori".
Vi bastera' leggere in giro per la rete.
Lo spagnolo in realta e' la comare d'Europa.
Un paese provinciale,credulone,invidioso e con poca cultura,che ha sempre guardato all'Italia con ammirazione ed invidia.
Non mi stupisce che la loro economia gli stia crollando addosso.
Gli spagnoli non hanno voglia di lavorare,non concludono mai niente,sono tronfi delle loro certezze che non esistono e sono socio-culturalmente un paese fermo agli anni 50.
Se non stessero in Europa farebbero la fine dell'argentina.
E ho delle riserve sul fatto che non possa accadere.
i dati spagnoli sono falsi come quelli greci.se siete interessati a sapere di piu sulla realta drammatica della spagna leggete il blog di roberto centeno
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